Il torrone dei morti e gli altri dolci di Ognissanti
Probabilmente è impossibile non pensare al torrone dei morti e agli altri dolci di Ognissanti senza farsi venire l’acquolina in bocca. Alcuni lo avranno già preparato da diverse settimane, altri si saranno fermati di fronte alle vetrine della loro pasticceria di fiducia sperando di poter acquistare lui o uno dei suoi altrettanto celebri fratelli, come il Pan de’ morti o le rame di Napoli. Novembre è un mese che si apre con alcune ricorrenze importanti come Ognissanti e la commemorazione dei defunti e, da nord a sud, ogni regione italiana ha il proprio tradizionale dolce da sfornare per ricordare chi non c’è più. Rifare queste prelibatezze a casa col Bimby è facilissimo, ma adesso non ci resta che andare alla scoperta di tanti squisiti dolci disseminati lungo tutto lo stivale italiano e nelle isole: alcune delle ricette di cui parleremo risalgono al tempo degli Antichi Romani, di altre troviamo le prime tracce nel Medioevo e in Età Moderna.
Prima di addentrarci nel nostro viaggio, occorre fare una doverosa precisazione; proprio in virtù della tradizione ricchissima e variegata che vanta l’Italia sarebbe impossibile elencare tutte le prelibatezze che si preparano in ogni località per commemorare i defunti: ecco perché ci siamo limitati a concentrarci su quelle che, per una ragione o per l’altra, hanno travalicato i confini regionali e sono note praticamente ovunque. Occorre però citare per dovere di cronaca i cavalli dei morti, il pane co’santi, il grano dei morti pugliese, i papassini e gli ’nzuddi siciliani: leccornie a cui è impossibile resistere.
Perché si preparano i dolci il 2 novembre
Il motivo che spinge le persone a preparare dei dolci deliziosi tra ottobre e novembre è duplice: da un lato c’è il bisogno di consolarsi per la perdita dei propri cari e dall’altra c’è una tradizione popolare antichissima, secondo cui nelle notti tra il primo e il due di novembre gli spiriti dei defunti tornano a far visita ai loro cari, portando loro dei doni. Ecco allora che, come ringraziamento e omaggio, le famiglie preparavano per gli abitanti dell’aldilà dolci da lasciare nelle cucine. Questa usanza è riscontrabile lungo tutta l’Italia, da Nord a Sud, sebbene sia più viva nelle regioni centromeridionali. Si sovrappone ad Halloween, di cui condivide la matrice; quest’ultima, lungi dall’essere qualcosa di importato dagli Stati Uniti, affonda le sue origini nelle tradizioni europee che fanno capo a Ognissanti e alla commemorazione dei defunti: basti pensare all’Abruzzo, dove da secoli si intagliano zucche per trasformarle in lanterne.
Guardando da vicino le squisitezze che si preparano da un capo all’altro dello stivale, possiamo notare come i dolci dei morti siano accomunati da una serie di caratteristiche: gli ingredienti utilizzati sono il cioccolato, la frutta secca, lo zucchero, spezie varie (cannella, chiodi di garofano), il miele. Prodotti economici, di facile reperibilità e profumatissimi, da portare in tavola non solo il due novembre, ma durante tutto l’autunno.
Torrone dei morti
Il primo e più celebre dolce dedicato alla Commemorazione dei defunti probabilmente è il torrone dei morti, una ricetta campana composta da un guscio di cioccolato fondente che racchiude le nocciole intere, la crema alle nocciole e il cioccolato bianco. Assemblarlo non è troppo complesso, ma per farlo addensare al punto giusto e renderlo compatto dovremo farlo riposare in frigorifero per non meno di sei ore.
Il torrone dei morti può avere vari gusti, adattandosi al palato dei commensali di turno. Piuttosto golosa e gettonata è la variante del torrone dei morti al caffè. Servilo in tavola al termine di un pranzo o di una cena, offrilo come dono home-made in caso di un invito e non dimenticare che è un’ottima soluzione se sei alla ricerca di una merenda golosissima.
Pan dei morti
Il pan dei morti affonda le sue origini nell’antichità: si prepara in Lombardia e, in particolare, nella zona che circonda Milano, ma è diffuso in tutto il settentrione, in Liguria e in Toscana. Noto anche come pan di mort, è un dolcetto morbido e pastoso, che presenta una forma ovale e appena schiacciata: in genere è arricchito con l’uvetta, i fichi secchi, i biscotti tritati e le spezie. Una ricetta così antica e conosciuta non poteva che vantare un’infinità di varianti, tante quante sono le famiglie che lo preparano in casa. Sebbene il nome possa trarre in inganno, non c’è nessuna somiglianza né col panforte, un’altra specialità invernale lombarda che viene preparata a Natale, né col pan de muerto del Messico, un pane dolce all’anice e all’arancia che viene realizzato tra ottobre e novembre.
Fave dei morti
Con le fave dei morti ci spostiamo principalmente in Umbria, sebbene anche in questo caso ci troviamo di fronte a un dolce tipico conosciuto e amato in molte altre regioni. Presenta una forma tondeggiante, ma non è difficile trovare anche fave dei morti realizzate in modo differente. L’importante è che ci siano le mandorle, ingrediente che non potrà assolutamente mancare e che spesso è affiancato dalla cannella, lo zucchero, le uova, la farina e il limone. Il loro nome ci rimanda a una tradizione antichissima, risalente addirittura alla Roma antica: al tempo esisteva l’usanza di elargire le fave secche durante i funerali, perché simboleggiavano lo spirito delle persone scomparse. Ecco allora come da questa credenza si siano sviluppati dei dolci incentrati sulla volontà di ricordare e accogliere le persone care che non ci sono più. In Sicilia sono spesso chiamate “ossa dei morti”.
Rame di Napoli
Le rame di Napoli sono dei biscotti al cacao dalla consistenza morbida, che si riconoscono subito per la glassa al cioccolato fondente che li avvolge e la spruzzata di pistacchi posta come ulteriore guarnitura. Sebbene il nome possa trarre in inganno, si tratta di una ricetta siciliana e, in particolare, della città di Catania. Le pasticcerie locali si riempiono di rame di Napoli in occasione di Ognissanti, perché l’usanza vuole che siano donate ai bambini che durante l’anno si sono comportati bene come premio dei parenti che non ci sono più.
Castagnaccio
Il castagnaccio toscano è un dolce autunnale che viene preparato anche in occasione delle ricorrenze legate al 1° novembre: diffuso in numerose regioni della penisola è una ricetta popolare, fatta con pochi ingredienti economici e di facile reperibilità. Privo sia del burro che delle uova, si prepara usando la farina di castagne arricchita con il rosmarino, l’uvetta, le noci e i pinoli. Nei tempi passati veniva cucinato soprattutto lungo le pendici dell’Appennino, motivo per cui, sebbene la versione toscana sia quella attualmente più diffusa, si trovano versioni del castagnaccio anche in Emilia, Piemonte, Veneto, Liguria e Lombardia. Altamente nutriente e nota già nel XVI secolo, si diffuse in modo particolare in Italia nel corso dell’Ottocento, periodo in cui la sua ricetta venne ampliata con alcuni ingredienti come il caratteristico rosmarino. Viene tutt’ora accompagnata col vinsanto o il vino novello.
Piada dei morti
Come suggerisce il suo nome, la piada dei morti è una leccornia della Romagna che si prepara all’inizio del mese di novembre: una morbidissima focaccia il cui impasto ricorda quello di un pan brioche viene guarnita con una cascata di frutta secca. Ideale come dessert o per brunch, è ottima anche servita a colazione o a merenda. Il nostro viaggio alla scoperta di alcune delle più celebri ricette per Ognissanti da preparare con l’aiuto del Bimby per il momento termina qui. A te non resta che lasciarti ispirare dai sapori e dai profumi degli ingredienti autunnali usati per realizzare questi dolci squisiti e decidere quale preferisci sfornare per primo.