Il COVID-19 e i limoni: lo strano caso del prezzo aumentato
Il prezzo dei limoni è aumentato in tutto il mondo, ma come mai? Tra gli effetti infiniti che lo scoppio della pandemia legata al Covid-19 ha generato, si registra anche un forte incremento della domanda di questo prodotto. Non si tratta del solo aumento riscontrato o dell’unico sconvolgimento che ci ha investiti negli ultimi mesi: qualcosa di analogo, seppure diverso, è avvenuto anche con il grano.
Com’è noto, gli agrumi sono ricchi non soltanto di vitamine importantissime per il nostro benessere come la C, ma vantano anche alcune proprietà antisettiche e disintossicanti. Per queste ragioni il settore agroalimentare si è trovato a dover gestire un aumento della domanda dei limoni, scaturito non solo all’esigenza dei consumatori che lo usano per insaporire i loro piatti o per realizzare torte e biscotti, ma anche delle aziende che utilizzano questi frutti per creare disinfettanti locali o industriali. Tale aumento ha portato all’impossibilità di soddisfare adeguatamente l’ingente domanda e a dovere, di conseguenza, aumentare il prezzo dei limoni a discapito dei consumatori finali.
Il nostro paese vanta numerose colture di limoni che si distinguono nel panorama globale per la loro qualità e per essere presenti sul mercato durante tutto l’anno: oltre alle tipologie riconosciute come IGP, come quelli siciliani di Siracusa e Interdonato di Messina, abbiamo anche le varietà del Femminello del Gargano, di Rocca Imperiale e della Costa d’Amalfi. In primavera, tra aprile e maggio, sui banchi dei nostri mercati compaiono i bianchetti, seguiti dai verdelli, prettamente estivi, e dai primofiore invernali.
Nonostante questa apparente abbondanza, anche da noi il prezzo dei limoni è salito di molto: il motivo è da imputarsi ad alcune scelte passate, di cui solamente oggi possiamo valutare gli effetti. L’Italia è il secondo produttore in Europa di limoni, ma negli anni ha ridotto notevolmente la superficie dedicata a questo tipo di coltivazione: ciò è dovuto al fatto che i compensi spettanti agli agricoltori per i limoni non bastavano a sopperire i costi. Il risultato è che la produzione interna al nostro paese non riesce a soddisfare la domanda imponendoci di importarli da altri paesi, come la Spagna o la Turchia. Da quest’ultimo luogo i limoni non vengono più esportati, perché al pari dei presidi sanitari come i respiratori o le mascherine, vi è un blocco da parte del governo che ne impedisce la vendita all’estero. Nella penisola iberica, invece, alcuni problemi climatici e la domanda sempre crescente hanno portato gli agricoltori ad avere meno limoni e a venderli a un prezzo sempre più alto. A questo dobbiamo aggiungere che i ritmi della natura non possono essere forzati e non abbiamo modo di produrre, nel breve termine, un quantitativo maggiore di agrumi.
Ogni volta che condiamo l’insalata, la verdura cruda o prepariamo una deliziosa torta al limone entriamo nel grande meccanismo sopra elencato: un altro segno di come siamo tutti totalmente interconnessi gli uni con gli altri.